Non c’è dubbio, i Medici sono tra le famiglie di ‘signori’ italiani che più fanno pensare al Rinascimento, alle commissioni di grandi capolavori, alla Firenze di Michelangelo, Leonardo e Botticelli… Molti sanno che provenivano dal Mugello e che costruirono splendide ville nei dintorni di Firenze, ma quanti conoscono i luoghi a loro più cari nel nostro territorio?
Verso la metà del XVI secolo i Medici, ormai saldamente a capo del Granducato di Toscana, scelsero di trasformare l’area del Montalbano e la zona del Padule di Fucecchio in vere e proprie località di villeggiatura, di caccia e di relax, sufficientemente lontane ma, in caso di necessità, ben collegate con la città di Firenze. Oggi alcuni di questi luoghi sono divenuti musei, altri si sono trasformati in aree protette, paradiso per gli amanti del trekking e della natura. Scopriteli seguendo questo itinerario sulle orme dei Medici nell’Empolese Valdelsa.
Ad ogni villa il suo fantasma
Storia e leggenda si incontrano a Cerreto Guidi
I Medici, signori di Firenze e di gran parte della Toscana, possedevano già all’inizio del Cinquecento una fattoria nei pressi di Stabbia, centro di amministrazione dei fertili terreni circostanti e dei mulini, ma il primo importante intervento per trasformare quest’area in un luogo di villeggiatura fu, nel 1556, la costruzione dalla Villa Medicea di Cerreto Guidi, voluta dal Granduca Cosimo I. Oggi il monumentale edificio progettato dall’architetto Davide Fortini e portato a termine da Alfonso Parigi il Vecchio, con le scenografiche rampe di accesso dette “Ponti Medicei” attribuite a Bernardo Buontalenti, torreggia nel cuore di Cerreto Guidi insieme con l’annessa Pieve di San Leonardo. La villa, sfruttata come base di partenza per battute di caccia sulle splendide colline di Cerreto Guidi e nei boschi del Montalbano, ospita oggi il Museo Storico della Caccia e del Territorio che, tenendo conto dell’originaria vocazione di questa residenza, espone una ricca collezione di armi da caccia e di ritratti medicei.
Nonostante la presenza del Museo e la bellezza dell’edificio, è ad una triste storia di amore e morte che si deve la notorietà di questa villa: il 15 luglio 1576, proprio in queste stanze, morì misteriosamente Isabella de’Medici. Figlia prediletta di Cosimo I e sposata al nobile Paolo Giordano Orsini, la giovane donna di grande bellezza e cultura era nota come la Stella di casa Medici. Tradizione vuole che, sospettata di adulterio, fosse strangolata dal marito nel suo letto (tuttora visibile all’interno della sua stanza in villa). Nuove ricerche storiche ci raccontano una storia diversa, di grande amore e passione verso Paolo Giordano e, con tutta probabilità, di una morte naturale per un malore. Comunque siano andati i fatti, c’è chi è certo che per le stanze e i saloni della villa aleggi ancora oggi la presenza di Isabella. Di fatto, ogni anno a luglio Cerreto ricorda la sua storia e i fasti del Rinascimento durante la ‘Notte di Isabella’.
Una palude straordinaria
Dal Padule di Fucecchio a Ponte a Cappiano
Lasciandosi alle spalle il borgo di Cerreto Guidi e dirigendosi verso Fucecchio (loc. Le Botteghe) tra scorci mozzafiato e vigneti a perdita d’occhio, si raggiunge il Padule di Fucecchio, l’area umida interna più estesa di tutta Italia. La palude, seppure ben diversa da come appare oggi, esisteva anche al tempo dei Medici e di Leonardo da Vinci che la disegna e la menziona più volte nei suoi scritti. Lo stesso Cosimo I che fece edificare la Villa di Cerreto Guidi, già nel 1549 aveva fatto costruire da Luca Martini la chiusa di Ponte a Cappiano (ancora oggi visibile) per regimare l’altezza delle acque e poter quindi sfruttare al meglio anche questa parte di territorio per le coltivazioni e i collegamenti fluviali lungo l’Arno. Non solo, le particolari condizioni ambientali in grado di attrarre numerose specie di uccelli, rendevano la zona del Padule perfetta per le battute di caccia in partenza dalla vicina Villa Medicea di Cerreto Guidi. Oggi il Padule è uno degli ultimi rifugi per numerose piante palustri e offre grandi attrattive per gli amanti del birdwatching, soprattutto durante il periodo primaverile quando si possono osservare molte delle 150 specie di uccelli presenti tra cui gli aironi, il cavaliere d’Italia e la cicogna nera. Esplorare quest’area così speciale è possibile grazie a numerosi itinerari trekking e a visite guidate proposte durante tutto l’anno (info www.zoneumidetoscane.it).
Una villa sull’acqua nella città della ceramica
Seguiamo i Medici a Montelupo Fiorentino
Meno di un ventennio dopo la costruzione della Villa Medicea di Cerreto Guidi, nel 1573, uno dei figli di Cosimo I, Ferdinando, acquistò e ristrutturò un’altra residenza in questa zona: si tratta della Villa Medicea dell’Ambrogiana affacciata direttamente sull’Arno nei pressi di Montelupo Fiorentino. Agevolmente raggiungibile dal fiume, con le sue quattro robuste torri angolari, questa residenza era certamente una delle più monumentali tra quelle appartenute alla famiglia Medici. Il parco della villa, che giungeva fino al greto del fiume, comprendeva anche una scenografica grotta manieristica con giochi d’acqua, simile quelle create dal Buontalenti per il Giardino di Boboli a Firenze. L’Ambrogiana fu la dimora prediletta di Cosimo III, che all’inizio del ‘700, vi trasferì alcune delle sue collezioni di dipinti, di esemplari botanici e naturalistici e commissionò la costruzione del vicino convento dedicato a San Pietro d’Alcantara. Fino a poco tempo fa, la villa ospitava una struttura sanitaria ed è visitabile soltanto in rare occasioni con l’accompagnamento di una guida. Ciononostante, la sosta a Montelupo Fiorentino è d’obbligo per ammirare le splendide ceramiche conservate nel Museo della Ceramica. Per tutto il Rinascimento infatti, dalle fornaci di questa città uscirono i serviti da tavola più raffinati destinati alla mensa della corte medicea e dell’élite fiorentina. Tra le migliaia di pezzi esposti cercate quelli con il famoso stemma dei Medici!
Il Barco Reale Mediceo
A caccia nei boschi del Montalbano
Le colline del Montalbano tra Firenze, Prato e Pistoia, tra XVI e XVII secolo furono scelte come riserva di caccia dalla famiglia Medici che privatizzò un’ampia parte di territorio istituendo il Barco Reale Mediceo. La tenuta di caccia, recintata da mura perimetrali in parte ancora oggi visibili, si estendeva per oltre 4000 ettari e racchiudeva soprattutto terreni boscati dove trovavano rifugio un vasto numero di uccelli, lepri, cinghiali, cervi, daini e perfino orsi. Attorno al Barco le ville di Artimino, dell’Ambrogiana e di Cerreto Guidi, che garantivano le giuste comodità al rientro dalla caccia e dalle alte attività all’aria aperta. Dopo la fine della dinastia Medici il Barco passò, con tutte le altre proprietà, ai Lorena che ne decretarono la ‘sbandita’ nel 1772. Oggi le pendici del Montalbano sono percorse in lungo e in largo da sentieri trekking che attraversano boschi e valli in un paesaggio ancora in gran parte incontaminato.